Gli Anni ’80: Mister Banana e l’Intramontabile Campagna Pubblicitaria Saiwa
Molti di voi conservano ancora vividamente nella memoria il nome e il volto di un personaggio che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della pubblicità italiana: Mister Banana, il protagonista indimenticabile degli spot Saiwa.
Indossando occhiali enormi e con una pettinatura eccentrica, Mister Banana rimane silente per l’intera durata dello spot, per poi esplodere in modo stralunato con la celebre esclamazione: “Io non ho mai provato Urrà!”
Il messaggio della pubblicità era semplice: se non acquistavi Urrà, eri percepito come il prototipo dello sfigato, proprio come lui…
Questo avveniva negli anni ’80. Oggi, invece, come nel famoso film “Revenge of the Nerds” (1984) diretto da Jeff Kanew, persone come Mister Banana hanno ottenuto la loro rivincita e sono diventate incredibilmente in voga. Invece di essere chiamate “nerd” o “soggettoni,” ora vengono etichettate come “geek” e “hipster,” prosperando negli ambienti radical-chic.
Lo spot è diventato un vero e proprio tormentone negli anni ’80, e il claim “Io non ho mai provato Urrà!” è entrato prepotentemente nel linguaggio comune.
L’agenzia pubblicitaria dietro questa campagna era la McCann-Erickson, con Grazia Usai e Maurilio Brini, mentre la regia era di Giulio Paradisi. Mister Banana era interpretato dall’attore di teatro Fabio Bussotti, che ha raccontato l’esperienza in un’intervista a Alessandro dell’Orto per il giornale Libero.
La campagna pubblicitaria Saiwa è stata un grande successo, tanto che le vendite sono triplicate, e il pubblico ha fatto proprio il personaggio di Mister Banana. Bussotti ha guadagnato quattro milioni netti per il suo ruolo, una somma considerevole per quegli anni.
L’immagine di Mister Banana è diventata così iconica che qualcuno ha persino cercato di fingersi Fabio Bussotti. In una occasione, un imitatore si è spacciato per lui nel programma “I Migliori Anni” di Carlo Conti su Rai1, suscitando un’ondata di messaggi.
Riflettendo su questa campagna pubblicitaria, è interessante notare come le reazioni sarebbero diverse se fosse stata realizzata oggi. Le sensibilità legate al politicamente corretto potrebbero vietare la derisione di una specifica categoria di persone solo perché non consuma un certo tipo di biscotto. La pubblicità ironica, tipica degli anni ’70 e ’80, potrebbe essere soggetta a censura o autocensura.
In ogni caso, Mister Banana rimarrà un’icona intramontabile della pubblicità italiana.
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